E’ difficile sostenere ed amare un’istituzione se non se ne conosce la sua storia.
Nei primi dell’anno mille Gerusalemme è occupata da circa 500 anni dai Saraceni. Un gruppo di navigatori amalfitani nel 1020, ottiene dal Califfo Dehara Ladimellah la concessione per la costruzione a Gerusalemme di un quartiere dotato di sede commerciale d’alberghi, di chiese e di un ospizio per i malati ed i pellegrini, spesso vittime di violenze e persecuzioni. La “Domus Hospitalis”, dedicata a San Giovanni Battista, che accoglieva gli uomini e l’Ospizio di Santa Maddalena che accoglieva le donne, dando vita ad una Confraternita Monastica d’Ospitaleri che può essere considerata come il nucleo iniziale e certo il più significativo dell’Ordine. Nel 1090 questa “Sacra Domus” è retta da Benedettini e da un loro maestro: Fra Gerardo de Sasso, un provenzale secondo alcuni, e un amalfitano secondo altri, che era scampato alla morte per miracolo. Egli è designato come la prima figura storica ed il primo Gran Maestro ed è cosi che furono in seguito nominati con l’onore degli altari fra i Beati Ospitaleri. La “Domus Hospitalis” diventa in breve tempo un punto di riferimento non solo per i commercianti d’Amalfi quanto, e più significativamente, per quella massa anonima ed indigente in pellegrinaggio per Gerusalemme, il luogo più santo della Cristianità. Nel 1099, alla fine della 1° Crociata (1095-1099), Goffredo di Buglione riconquista Gerusalemme e Baldovino ne diventa il primo Re. La “Sacra Domus” vive il suo momento più esaltante e certo, inizia a svolgere un’azione di supporto non solo ai commercianti ed ai pellegrini, ma a quella Confraternita di “frates” che intanto si allarga a macchia d’olio in tutti i luoghi santi. Essa, che assume caratteristiche ed istituzioni proprie, inizia ad operare a favore dei Crociati. Nel 1100 riceve donazioni dallo stesso Goffredo di Buglione, da Ruggero di Sicilia e da tanti principi cristiani. Queste donazioni possono essere considerate titoli legittimanti di quella sovranità che resta il carattere più indicativo dell’Ordine, fino a renderlo Nazione senza confine, Regno senza dinastia. In virtù della bolla pontificia del 15-12-1113 e seguenti atti, Papa Pasquale II approva l’istituzione degli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, indipendente da ogni autorità civile ed ecclesiastica, il piccolo sodalizio varca il confine della Palestina e si diffonde in tutta la cristianità, dove, per autorizzazione pontificia, può ricevere donazioni e fondare case. La presenza dell’Ordine diventa espressiva specialmente quando, morto Fra Gerardo, nel 1120 è chiamato alla guida degli Ospitalieri Fra Raimondo Du Puy, un nobile signore provenzale, il quale muta radicalmente l’impostazione, la strategia e la finalità dell’istituzione. La difesa del regno latino di Gerusalemme e il fiorire dello spirito cavalleresco è alla base del mutamento che induce i “Frates” a diventare ‘equites et servientes armìgeri”. Per volontà d’Innocenzo III agli iniziali compiti di soccorso si aggiungono funzioni militari: un’originale fusione, quindi, tra forza militare a difesa della cristianità e carità ospedaliera a difesa della vita. La struttura religiosa e cavalleresca trova legittimazione nella consapevolezza che la difesa del Regno latino di Gerusalemme, voluto da Dio, è un dovere cui ogni cristiano non può sottrarsi. I Cavalieri, che hanno adottato come emblema la croce bianca ad otto punte, (simbolo delle otto lingue) combattono per la difesa dei deboli, degli inermi, dei pellegrini, del diritto, della giustizia. Essi erano legati dai tre voti d’obbedienza, povertà e castità. I cappellani assicurano le elemosine, mentre i frates curano, consolano e seppelliscono i malcapitati. Alla sua morte il Re D’Aragona dona all’Ordine i suoi reami con usufrutto ai Templari ed ai Cavalieri del Santo Sepolcro che proteggono valorosamente i luoghi santi. Intanto i Cavalieri prendono parte alla 2° Crociata (1147-1149), partecipando in modo particolare alla spedizione contro Damasco (1148). L’Ordine ricostituisce le sue riserve, si stabilisce in molti Stati, riceve beni da tutta Europa, divenendo il baluardo della fede. Nel 1187 Saladino dopo aver riportato strepitose vittorie e dopo essersi impadronito di tanti territori, attraversa il Giordano. Sebbene una strenua difesa, il Gran Maestro, numerosi Cavalieri dell’Ordine, molti Templari e Cavalieri del Santo Sepolcro trovano la morte nel vano tentativo d’impedire all’infedele di riconquistare Gerusalemme. La sede dell’Ordine si trasferisce a Margat in Siria. La 3° Crociata (1189-1192) comandata da Riccardo Cuor di Leone con l’aiuto dei Cavalieri di Malta, libera San Giovanni d’Acri che diventa la nuova sede dell’Ordine. Nel 1265 il Sultano attacca e riconquista Tiro, Cesarea, Margat; resiste solo il Krak, un complesso fortificato e costruito per resistere agli assedi anche per lunghi periodi, che a sua volta cade per ultimo. Dopo un’eroica difesa Jean De Willier, Gran Maestro, abbandona nel 1291 l’ultimo caposaldo di San Giovanni d’Acri. La caduta di Gerusalemme e dell’intera Palestina in mano ai Turchi segnerebbe un momento negativo per l’Ordine se esso non potesse contare sulle “domus” che restano come isole occidentali nello sconfinato mondo musulmano. Nella generosa speranza di riconquistare la Palestina, l’Ordine (1291) si stabilisce a Cipro dove ottiene dal Re Enrico di Lusignano la città di Limisso. Il Gran Maestro fa appello a tutti i Cavalieri della Cristianità: “Voi dovete sostituire i nostri Cavalieri sepolti sotto le rovine di San Giovanni d’Acri; voi avete nelle vostre mani la vita, i beni, la libertà dei vostri fratelli e di tutti i cristiani che gemono in catene: che tutti gli uomini cristiani, che appartengono a Dio, prendano le armi e vengano a Liberare il regno e la terra dei loro antenati, perché i figli non perdano nella vergogna ciò che i padri hanno conquistato da uomini valorosi”. E’ sul mare che adesso si compirà la leggendaria epopea dell’Ordine. Sulle loro navi, battenti bandiera rossa con la bianca croce ottagonale, i Cavalieri difenderanno i convogli dei pellegrini diretti verso i luoghi santi ed attaccheranno senza tregua le flotte musulmane. RodiIl regno di Cipro è continuamente attaccato ed i Cavalieri, per essere più vicini al teatro delle operazioni, nel 1308 conquistano Rodi dove resteranno per 214 anni e costituiranno il solo e valido baluardo contro l’Islam. A Rodi i Cavalieri sono sovrani, battono moneta ed ottengono, dopo la soppressione dei Templari per disposizione di Papa Clemente V con la bolla “Vox in excelso” del 23-3-1312, il loro ingente patrimonio ed i loro vastissimi beni. L’Ordine era così diventato, di fatto, e di diritto Sovrano. Questa sovranità, universalmente riconosciuta, rimase sempre intangibile anche dopo la perdita di Rodi e di Malta. L’isola si riempie di chiese, scuole, botteghe, palazzi, circondati tutti da imponenti opere di fortificazione, antico capolavoro dell’ingegneria militare dell’epoca, il suo accogliente ospedale, gioiello dell’arte gotica, diventa famoso in tutta Europa. Il Gran Maestro Villeneuve riorganizza l’Ordine e raggruppa uomini d’otto lingue diverse. I Cavalieri abitano e consumano i loro pasti in comune nei loro palazzi battezzati, modestamente, “locande”. Nel 1334 i galeoni dell’Ordine, appoggiati dalla flotta della “Lega cristiana”, conquistano Smirne e vi rimangono fino al 1402 allorquando furono sopraffatti da un’onda di mongoli. Nel 1440 diciotto grosse galee turche attaccano senza successo il porto ben fortificato di Rodi. Ritenteranno quattro anni dopo senza riuscirvi grazie al valore dei 8.000 difensori dell’isola guidati dai Cavalieri dell’Ordine. Nel 1453, caduta Costantinopoli, i Turchi dilagano in tutta Europa e minacciano di travolgere non soltanto la cristianità, ma anche quello che la cristianità rappresenta in termini di civiltà. Ed è qui che l’azione dell’Ordine diventa sempre più puntuale e più determinante nel contenimento dell’onda islamica che si abbatte sull’Europa, minacciando di travolgere secoli di storia e di annullare patrimoni ideali che il cristianesimo ha innalzato a valori universali. Nel 1480 il Gran Maestro Pierre d’Aubbusson deve far fronte a 100.000 infedeli imbarcati su 150 vascelli. La battaglia è terribile; ci sono migliaia di feriti e morti da entrambe le parti e tra questi Maometto II, genero del Sultano.- I Cavalieri riescono a sconfiggere e mettere il nemico in fuga. Pierre d’Aubhusson è nominato Cardinale. Il nuovo Gran Maestro è Filippo de Villiers. Intanto la cristianità è lacerata dall’eresia di Lutero e dallo scisma di Enrico VII. Il 24 giugno 1522 la flotta del Sultano di Costantinopoli, Solimano il Magnifico, comandata da Mustafà Pascià, appare minacciosa al largo delle coste con ben 700 navi e 200.000 uomini. Di fronte ad essi soltanto 5.000 soldati regolari e qualche migliaio d’isolani armati, comandata dai Cavalieri. L’assedio ebbe inizio il 26 luglio. Il combattimento fu estremamente violento ed il Sultano, vedendosi perduto, ordina la ritirata. Su 650 Cavalieri della bianca croce solamente 4 sono immuni da ferite.
E’ difficile sostenere ed amare un’istituzione se non se ne conosce la sua storia.
Ma un tradimento vanifica i loro valori: il Cancelliere dell’Ordine. Il portoghese Amaral che odiava a morte Villiers che era stato preferito a lui come Gran Maestro, fa giungere al Sultano delle informazioni che indicano il punto debole della difesa. L’assedio riprende ed i cavalieri contano di continuare a resistere. Il traditore viene smascherato, costretto a riconoscere il suo misfatto, degradato e condannato all’ignominia. Dopo ben sei mesi il Gran Maestro, che non può più sperare nella vittoria, detta le sue condizioni a Solimano che, ammirando lo sfortunato valore dei Cavalieri, il 24 dicembre 1522 accetta la resa e concede loro l’onore delle armi. Le chiese non saranno profanate, gli abitanti dell’isola potranno partire liberamente, i Cavalieri porteranno via i loro archivi ed i loro tesori. S’imbarcarono 160 Cavalieri, i sopravvissuti dei 650 che si trovavano a Rodi, e 5.000 rodisti. Alle cinque del mattino del 2 gennaio 1523 i superstiti salpano da Rodi. Il Convoglio era composto dalle tre galee Santa Maria, Santa Caterina e San Giovanni, seguite dal galeone San Buonaventura e da 11 grandi navi e 14 più piccole. Il Gran Maestro s’imbarca per ultimo. La perdita di Rodi, ancora una volta, veniva a mettere in forse la stessa esistenza dell’Ordine per la mancanza di una sede fissa. Con Rodi cade ogni speranza della cristianità e la mezza luna sventola sul Mediterraneo.MaltaSono momenti di tragedia, ma l’Ordine non ammaina la bandiera, il 30 aprile 1523 la squadra giunse a Messina. Sedi provvisorie dopo Messina furono: Civitavecchia, Viterbo, Nizza, e Villafranca. Divenuto Papa Giulio de Medici Cavaliere dell’Ordine e già Gran Priore di Capua, col nome di Clemente VII, interviene presso l’imperatore Carlo V di Spagna la quale il 24 luglio 1530 firma a Castelfranco d’Emilia il diploma di concessione, confermato anche con bolla del papa, in perpetuo, feudo nobile e franco delle isole Maltesi e di Tripoli sulla costa africana. L’Ordine era tenuto solo a presentare, ogni anno, in perpetuo, come simbolico omaggio al Re, uno sparviero nel giorno di tutti i Santi. Da quella data l’Ordine Gerosolimitano di San Giovanni Battista diventa pertanto Ordine di Malta e questa la sua patria. Quest’isola, fino allora quasi deserta, diventa il bastione della difesa della cristianità. Sempre in assetto di guerra l’agile naviglio crociato perlustra di continuo il mare e fa buona guardia alle sguarnite coste sicule ed italiane, supplendo alle deficienze belliche e alla lentezza dei movimenti della flotta regia. Intanto i Turchi, occupata Budapest, minacciano da vicino Vienna. Nel 1534 muore il Gran Maestro Filippo de Villiers. Questo pio e valoroso condottiero è pianto da tutti: lo stesso Solimano il Magnifico ordina di leggere in tutte le moschee, un testo riguardante le grandi imprese del suo antico avversario, ma decide lo stesso di annientare l’Ordine ed assedia quindi, nell’estate del 1551, Malta. I Turchi girano inutilmente attorno all’isola senza osare attaccarla perché i Cavalieri hanno armato una potente flotta che fa da sentinella non solo a Malta, ma a tutto il Mediterraneo. Il 18 maggio 1565 i Cavalieri agli ordini del Gran Mastro Jean Francois de la Vallette subiscono quello che gli storici chiamano il grande assedio. Una flotta di 200 vascelli con 50.000 musulmani si lancia all’assalto invocando Allah. Per circa quattro mesi, con solo 9.000 soldati, i Cavalieri resistono ed uccidono oltre 20.000 avversari. Sebbene i suoi 70 anni La Vallette è in prima linea. Quando Solimano II apprende che erano in arrivo dei rinforzi inviati ai Cavalieri da Filippo Re di Spagna, comandati da don Garzia di Toledo, Viceré di Sicilia, muore all’età di 72 anni in preda ad un accesso d’ira. Il 7 settembre 1565 gli ottomani tolgono l’assedio. La sconfitta di Rodi è vendicata. Nel Mediterraneo lo strapotere turco si allenta e per ben due secoli Malta sarà inviolabile: Questa vittoria ha un’immensa eco in Europa e la flotta dei Cavalieri diventa una delle più potenti del Mediterraneo. Partecipano quindi a tre gloriose imprese: nel 1541, sotto il comando di Carlo V, la conquista d’Algeri; nel 1551 l’impresa di Zuara: nel 1559-1560 spedizione di Tripoli e occupazione di Gerba. Per iniziativa di Papa Pio V il 24 maggio 1571 fu costituita la Lega Santa alla quale aderirono Spagna e Venezia. Alla flotta, comandata da don Giovanni d’Austria, figlio naturale di Carlo V, si unirono alcuni galeoni dell’Ordine, il 16 settembre dello stesso anno l’armata sciolse le vele. Il 7 ottobre 1571 ha inizio la battaglia di Lepanto, nella quale i Cavalieri occupano un posto di un primo piano e contribuiscono alla strepitosa vittoria. Vi morirono 60 cavalieri e quasi tutti i sopravvissuti riportarono ferite. Riuscirono però a catturare 160 galee, ad incendiarne 80 ed a mandare in fondo al mare 30.000 nemici. Con la battaglia di Lepanto, la mezzaluna inizia una fase discendente che culmina con il declino della sua forza navale. Ma le virtù militari non faranno mai dimenticare la vocazione ospitaliera dei Cavalieri. L’Ospedale di Malta è unico al mondo: pavimenti di marmo pregiato, tappezzeria ai muri, vasellame d’argento, letti muniti di finissime lenzuola; un lusso che non esisteva in nessuna parte del mondo a quell’epoca. Malta possiede delle scuole d’anatomia, di medicina e di chirurgia. Con l’aiuto del Papa e dei Re di Francia, Spagna e Portogallo i Cavalieri costruiscono anche palazzi, chiese e la bellissima Cattedrale di San Giovanni dei Francesi. Il palazzo del Gran Maestro possiede ancora oggi una straordinaria galleria d’armature e dieci grandi arazzi dei Gobelins sul tema “le grandi Indie orientali” donate dalla magnificenza di Luigi XIV. Ma ecco come un uragano abbattersi sull’Europa la Rivoluzione francese. Essa nel 1792 confisca agli Ospitalieri tutti i loro beni in Francia, in seguito in Italia, e abolisce gli Ordini cavallereschi. Il 7 giugno 1798 Napoleone giunge davanti a Malta con una potente flotta e la sera del 12, con l’armata d’Egitto, entra nel porto della Vallette. Per il grave errore del debole ed irresoluto Gran Maestro, il tedesco Ferdinand von Hompesch zu Bolheim, Napoleone s’impossessa, senza combattere, dell’eredità di gloria e di sangue dei Cavalieri, in cambio di una promessa, mai mantenuta, di un’accoglienza in Francia degna del loro rango. E Malta, che aveva resistito per secoli ai Turchi ed ai pirati, apre le porte al nemico. La soldatesca napoleonica, degna figlia della rivoluzione, per mantenersi in esercizio saccheggiava e rubava quanto era possibile. Napoleone riparte rapidamente e l’11 novembre 1800 l’ammiraglio Nelson assedia Malta che capitolò il 5 settembre 1801. Perduta Malta si sarebbe potuto pensare alla fine dell’Ordine. Ma esso, come la mitica araba fenice che rinasceva dalle proprie ceneri, non muore e non morirà mai. Ironicamente, mentre le proprietà dell’Ordine venivano apertamente ed impunemente saccheggiate da tutti ed i Suoi territori invasi, le sei grandi potenze Europee firmavano il Trattato d’Amiens, il 27 Marzo, 1802. Questo Trattato internazionale di Pace, riconosceva e provvedeva per ristabilire l’indipendenza, la protezione, la perpetuazione e la sovranità dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme. Questa Sovranità, ottenuta a Rodi nel 1308 e riconosciuta dal Trattato d’Amiens, mai cessò di esistere con o senza territorio. E’, un principio stabilito dal Diritto Internazionale che un diritto, dopo essere concesso, non richiede, per la sua conservazione, la continua esistenza del potere da cui fu acquisita. Se un Trattato od ogni altra Legge è stata applicata ed ha riconosciuto un diritto, la scadenza del Trattato o della Legge non annulla detto diritto.Il Sovrano Ordine O.S.J.Non c’è dubbio che la vera vocazione ispirata dall’esemplare vita di Fra Gerard e l’influenza internazionale ed il prestigio ottenuti da Raymond du Puy erano la principale determinante ragione del fatto che, sin dal 1170, il Re di Polonia autorizzava la creazione di una Commenda di San Giovanni dotata di un ospedale ed una cappella. Sempre sotto la protezione del Re Polacco, altre Commende emergevano in diverse località come Starolessve (proprietà della Famiglia Montmorency de Ligny-Luxembourg), Ostrong (proprietà della Famiglia Ostrogskid) etc., che, dopo il 1310, divenne il Priorato di Polonia. Nel 1609, il Principe Janusz Ostrogski, proprietario e Commendatore Ereditario della Commenda del suo nome, ultimo nella dinastia Rudirik, donò la sua vasta proprietà a questo Priorato Autonomo e Commenda Ereditaria. Nel 1711. Re Stanislao I ed il Gran Maestro Raymond Perello, firmarono un accordo che riaffermava l’esistenza del Priorato Autonomo di Polonia. C’erano caratteristiche particolari di questo Priorato che i Commendatori ed i Cavalieri non erano obbligati ad osservare, il celibato e che gli stranieri potevano essere ammessi in questo Priorato “suo jure” come Cavalieri dell’Ordine.
E’ difficile sostenere ed amare un’istituzione se non se ne conosce la sua storia.
L’invasione della Polonia e la susseguente spartizione del suo territorio, misero sotto controllo russo una gran parte delle proprietà del Priorato. Per rivendicare i diritti dell’Ordine, s’iniziarono negoziazioni con Caterina la Grande alla Corte Imperiale Russa essendo Ministro Plenipotenziario dell’Ordine il Baili Conte Julius Renatus de Litta. Gli sforzi diplomatici del Conte de Litta ebbero successo straordinario dopo la morte dell’imperatrice e l’ascesa al trono di suo figlio Czarevich Paul. Nel Gennaio del 1792, l’Ordine fu riconosciuto in Russia da una Convenzione fatta a San Pietroburgo tra lo Zar Paolo I ed il Gran Maestro de Rohan. I termini della Convenzione furono ratificati nell’Agosto del 1797, con il Gran Maestro successore di de Rohan, Fra Ferdinand Von Hompesh che conferì allo Zar il titolo di Protettore dell’Ordine. In Dicembre (1797), durante una solenne cerimonia, lo Zar accettò questa nuova dignità. Rappresentanti del Priorato Autonomo di Polonia, che mai cessò di esistere assieme a rappresentanti d’altri Priorati e Commende Ereditarie in condizioni simili, s’incontrarono negli Stati Uniti nel 1908 ed, alla presenza dei Commendatori Ereditari, decisero di organizzare una conferenza di Priorati Autonomi. Detta conferenza ebbe luogo nel 1908 e nel 1911 come risultato, l’Unione Mondiale dei Priorati Autonomi e Commende Ereditarie fu registrata in conformità con la Legge Americana. Il 6 Febbraio 1954, il Gran Concilio dell’Unione dei Priorati Autonomi elesse come loro Gran Maestro il Commendatore Ereditario della Commenda di SvernikStarolessve e della Commenda di Beon-Toulouse.IICon rispetto all’elezione del Gran Maestro dal Gran Consiglio dell’Unione dei Priorati Autonomi, una sentenza della Magistratura italiana datata 25 Giugno 1955, asserisce: “Evidentemente il Tribunale Cardinalizio ha inteso trattare soltanto della Nuova Istituzione Papale e non dell’antico Ordine rappresentato da tutti i Priorati, i quali, invece, dopo di ciò, decisero di procedere alla nomina del loro nuovo Gran Maestro, ed in data 6 Febbraio 1954, elessero tale Dignità, il menzionato Principe Nicola de Ligny-Luxembourg di Lascaris Ventimiglia dell’antica Dinastia Ardenne-Lorena”. La sentenza della Magistratura italiana, in data 25 Giugno 1955, passata su una petizione portata davanti alla Corte, riconosce S.A.R. Principe Nicola de Ligny-Luxembourg de Lascaris Ventimille, come Principe Imperiale e Reale di Cipro e Gerusalemme, come Capo della Dinastia delle Ardenne-Lorena, che fu fondatrice del Regno di Gerusalemme come erede di tutti i diritti Sovrani di detta Dinastia e come Protettore Gran Maestro “Jure Sanguines” dei Priorati Riuniti Autonomi e delle Commende Ereditarie dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme detti di Malta, con tutti i diritti della Dinastia, compreso il diritto di conferire o delegare il conferimento dei titoli cavallereschi di quest’Ordine senza limite nell’uso dei titoli corrispondenti da coloro che lo ricevono. La precisazione della Magistratura Italiana al riguardo del Tribunale Cardinalizio, si riferisce alla sentenza del 24 Gennaio, 1953, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del Vaticano, Acta Apostolica Sedis n. 15 del 30 Novembre, 1953, che stabilisce: 1° Che i poteri e le prerogative accordati all’Ordine come Soggetto di Diritto Internazionale, non costituiscono tuttavia l’insieme di poteri e prerogative inerenti ad uno Stato Sovrano nel pieno senso della parola. 2° Che l’Ordine è specificamente un Ordine Religioso approvato dalla Santa Sede. 3° Che l’Ordine Gerosolimitano è subordinato della Santa Sede ed in particolare della Sacra Congregazione dei Religiosi, e che i portatori di decorazioni dell’ordine sono dipendenti dall’Ordine e di conseguenza della Santa Sede.IIIA causa delle speciali circostanze e delle normative del Governo Italiano con referenza a titoli cavallereschi, è particolarmente importante per ogni Cittadino Italiano, essere a conoscenza che, con rispetto alla sopra citata sentenza della Magistratura Italiana, la seguente Legge Giuridica, principi e precedenti sono applicabili, sia nella Legge Italiana che nel Diritto Internazionale. L’articolo 90 del Codice della Procedura Penale dice: “L’imputato condannato o prosciolto anche in contumacia con sentenza divenuta irrevocabile non può essere di nuovo sottoposto a procedimento penale per il medesimo fatto, neppure se questo è diversamente considerato per il titolo, per il grado o per le circostanze, salvo quanto disposto negli articoli 17, 89 e 402. Se ciò nonostante viene di nuovo iniziato un procedimento penale, il giudice in ogni stato e grado del procedimento pronuncia una sentenza con cui dichiara non doversi procedere, perché l’azione penale non poteva essere esercitata. Con il proposito dell’identificazione legale della sua esistenza all’interno di un altro Stato, nell’attesa del riconoscimento ufficiale, l’Ordine opera in differenti occasioni sotto le leggi d’enti di vari Stato, senza ridurre le sue inerenti prerogative di sovranità, immunità diplomatiche e di superiori, oltre i distinti diritti di quelli di un ente nazionale. Nella sua qualità d’ente nazionale, l’Ordine ha tutti i diritti derivati e conferiti agli enti nazionali dello Stato dove opera.Allo stesso tempo…Dopo la perdita dell’isola di Malta, molti cavalieri trovano rifugio e buon’accoglienza da Paolo I di Russia. Protettore dell’Ordine. Nonostante le reticenze del Papa alla nomina di un ortodosso, i Cavalieri rifugiati insieme con i Cavalieri del Priorato Russo fanno l’elezione del Protettore Paolo I come Gran Maestro dell’Ordine. Il 9 febbraio 1803 Papa Pio VII nomina Gran Maestro il Bali Giovanni Battista Tommasi di Cortona. L’Ordine cessa quella funzione militare che ne ha registrato l’apogeo durato oltre sette secoli e torna alle origini ospitaliere d’assistenza e d’aiuto. In questa sua marcia dentro la storia l’Ordine raccolse nuovi allori, forse non meno gloriosi di quelli conseguiti sui campi di battaglia o nelle guerre sui mari. L’elezione di Tommasi non fu accettata da tutti i Cavalieri sparsi per l’Europa. Da queste vicissitudini storiche e politiche nacquero varie ramificazioni, tra le quali la più prominente fu la branca patrocinata dal Vaticano, generalmente conosciuta come lo SMOM. La riforma protestante provocò la scissione dei Cavalieri dei paesi nordici. In Germania dove esisteva il baliaggio di Brandeburgo dal 1318, esso si staccò dall’ordine al tempo della Riforma, e dopo essere vissuto sotto il protettorato del Principe elettore del Brandeburgo, ebbe confiscato nel 1810 dal re di Prussia i beni. Fu ricostruito nel 1812 sotto il protettorato del re di Prussia Federico Guglielmo IV, il 15 ottobre 1853, annullò l’editto del 1812, ricostituì l’antico baliaggio di Brandeburgo, noto attualmente come “Johanniter Order” per poterlo distinguere dal “Malteser Order” di religione Cattolica. In Inghilterra, ove esistevano i Priorati d’Inghilterra, Irlanda e Dacia fin dal 1445, e che ebbero confiscati i beni nel 1545 in seguito allo scisma, nel 1831 si costituì un Gran Priorato d’Inghilterra dell’ordine di S.Giovanni, composto d’anglicani, che si ritenevano una branca di quello cattolico, senza essere riconosciuto come tale, e che nel 1858 assunse il nome d’Ordine dell’Ospedale di S.Giovanni in Inghilterra, di cui sono capi sovrani e protettori i re d’Inghilterra. L’Ordine è aperto ai cristiani di tutte le confessioni. In questo periodo il Sovrano Ordine O.S.J. ha ammirazione e rispetto per tutti gli altri rami dell’ordine, a qualsiasi religione appartengono. E’ sempre pronto ad una stretta di mano in segno di cristiana e fraterna amicizia. L’Ordine tra guerre, assedi, traversie storiche, riforme, trasformazioni, continua la sua marcia dentro la storia, senza quasi mai mutare, anzi riuscendo a conservare sempre una coesione intima, una preminenza politica, un gran prestigio. E’ sempre come una bandiera mai ripiegata. Scomparvero gli uomini, le loro debolezze, le loro ansie, scomparvero i grandi e i miseri, gli eroi e i vivi, i vinti e i vincitori. Rimangono i fulgidi esempi di carità dell’Ordine di Malta che, forse, mai fu forte, fiorente, conosciuto e rispettato nel mondo, come oggi. Cambiano i tempi, ma rimane immutata la luce di una grande fede: la Croce bianca ad otto punte.